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Nel 1915, quando ormai la guerra aerea si sta rivelando fondamentale nella decisione delle battaglie, un gruppo di piloti, fondatori della Luftwaffe, combatte e muore per assicurare alla Germania la supremazia in cielo. Immelmann, Boelcke, von Richtofen: alcuni di questi nomi, li ritroveremo nella Luftwaffe del Terzo Reich, fino agli ultimi giorni del «millennio» hitleriano, in un’atmosfera da incubo. Infatti, dopo la caduta della Repubblica di Weimar e l’avvento del nazismo, viene dato nuovo incremento alla aviazione militare. Goering, il playboy Udet, il bollente Kessel-ring, Jeschonnek: ecco i nomi dei creatori della forza aerea tedesca, di quella nuova e temibile Luftwaffe, che diviene un elemento determinante nella distruzione dell’esercito polacco e poi nello sfondamento del fronte in Francia, nel 1940. Il grande storico dell’aviazione, John Killen, segue lo sviluppo e l’affermazione della Luftwaffe con una narrazione documentata e che prende il lettore. La Spagna era stata il banco di prova della Luftwaffe hitleriana, con la Legione Condor, con i primi bombardamenti terroristici sulle città (Madrid, Guernica); adesso tutta l’Europa è sotto il terrore degli aerei tedeschi. Killen esamina il successo di un’azione combinata aviazione-paracadutisti (Creta) e l’insuccesso della battaglia d’Inghilterra. L’aviazione tedesca sarà impotente su Stalingrado, e infine il rapporto delle forze si rovescia, definitivamente. Ma Killen non si è limitato a ricostruire la storia di un’arma aerea, il cui nome è diventato sinonimo di audacia ma anche di terrore. Nel libro, appaiono i piloti che intrecciarono le loro vicende personali alla tragedia della guerra: Galland, Molders, Marseille. Alcuni di loro, come Hanna Reitsch che sperimentò i primi aerei a reazione, appartengono ormai alla storia del volo.