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Questo libro dello studioso bretone Ernest Renan rappresenta per certi versi un modello esemplare di saggistica storica ai confini del romanzo, un genere che, nel secolo scorso, ha goduto di vasta fortuna. Marco Aurelio, per la storiografia tradizionale un sovrano “illuminato”, viene collocato da Renan all’interno della sua vasta opera di ricerca sulle origini del cristianesimo. Fedele alle tradizioni della società romana, l’Imperatore non arrestò la persecuzione dei cristiani. Nonostante ciò, Aurelio viene annoverato tra coloro che si fecero promotori di una persecuzione per così dire “mite”, che di fatto non impedì la diffusione inarrestabile della nuova religione. Il racconto della vita di Marco Aurelio diventa, così, occasione per riflettere sui concetti di giustizia e tolleranza e del loro rapporto con lo sviluppo politico e sociale dell’uomo.
Ernest Renan, (Tréguier 1823 - Parigi 1892), storico del cristianesimo e orientalista, dopo gli studi al seminario di Saint-Sulpice mantenne un forte interesse per la storia della religione. Insegnò ebraico al College de France, ma venne sospeso per aver definito Gesù come “uomo incomparabile”. Le due opere più celebri sono: Histoire des origines du Christianisme (1863-1882) e Histoire du peuple d’Israël (1887-1893).