Ignorata dagli ambienti universitari per via della rinuncia a una veste rigidamente scientifica che l'avrebbe destinata solo a una ristretta cerchia di specializzati, l'opera di Gregorovius, che pure costituiva in quel momento l'unico lavoro organico sul Medioevo italiano e sui rapporti del Papato con l'Impero germatico, suscitò l'entusiasmo dei liberali ma, per gli stessi motivi, attirò su di sé l'ostilità dei cattolici e della curia pontificia: l'1 marzo 1874 l'opera veniva posta all'Indice.

Questo monumentale progetto in sei volumi è il tentativo di realizzare una concezione romantica della storia e di suscitare dalle nebbie le civiltà sepolte nell'oblio, svelandone "la forma e l'indole" e rievocandone lo "spirito dei tempi". La descrizione particolareggiata dei costumi popolari, delle usanze religiose, dei cortei degli imperatori e delle cerimonie ufficiali sono il mezzo col quale, plasmati da un indubbio talento di narratore, la vita e il destino dell'età medievale prendono forma a poco a poco, fino a svelare gli impulsi storici, cioè le idee, che ne hanno determinato lo sviluppo e il tramonto.

Ferdinand Gregorovius (Neldenburg 1821 - Monaco di Baviera 1891), storico e medievalista prussiano. Le sue opere più note sono legate allo studio di Roma medievale. Ha pubblicato inoltre saggi su Lucrezia Borgia (1874) e su Urbano VIII (1879). Nel 1876 è stato nominato cittadino onorario di Roma.